Descrizione
Questo lavoro è nato da autentico affetto, verso un uomo e un personaggio che, anche se non ha colto il successo ecumenico, è stato interlocutore acuto di chi alla musica chiedeva qualcosa di più che non tre minuti di emozione spicciola.
Freak ha avuto molte vite artistiche, ma quella reale è stata, come per tutti, solo una. Ma in neanche sessant’anni di vita e quaranta di musica ha macinato, elaborato e restituito al suo pubblico i risultati di una curiosità onnivora e di un doloroso e ironico interesse per la vita e l’arte nelle sue espressioni più variegate. Ironico anche il suo legame con un’esistenza tormentata e divertita, puntellata da comportamenti autodistruttivi e dalla ricerca cocciuta della verità, se mai ce ne fosse stata una. E chi se lo scorda quel personaggio stralunato che era Beppe Starnazza, forse quello che più di tutte le maschere interpretate da Freak, ha avuto gli “onori” di passaggi televisivi, che, però, non hanno minimamente reso giustizia al Roberto Antoni colto e capace di essere anche molto altro che l’innocuo disturbatore di trasmissioni paludate. Un grande provocatore che si è meritato ed ha ottenuto il successo insieme a gli Skiantos, perché, se uno dei compiti dell’arte è quello di destabilizzare, lui lo ha fatto ed è stato credibile, nonostante l’aspetto poco rassicurante di chi fa costantemente a pugni col mondo e qualche volta vince, qualche altra va a tappeto. La sua capacità di creare piccoli capolavori di originalità e intelligenza si è mantenuta sempre alta, passando dalla esuberante goliardia delle prime composizioni alla raffinata ricerca sulla musica contemporanea e classica, quando incontra la pianista Alessandra Mostacci. C’è da chiedersi cosa unisce questi due artisti così diversi, ma forse non tanto e come coesistano la formazione accademica, rigorosa di una musicista come Alessandra con un visionario sempre pronto a scartare di lato per lasciare la strada maestra, come sempre ha fatto Freak. Eppure nascono lavori interessanti, insieme s’inventano Ironikontemporaneo, ancora una volta progetto di difficile definizione, ma di facile comprensione, per chi ha orecchie per sentire. Concerto? Teatro? Poesia sostenuta dal pianoforte, potente, di Alessandra? Con la Mostacci scrive tante canzoni e alcune sono in questo disco. Il non sense, artificio che ha usato per raccontare la realtà a modo suo è presente, accanto a liriche apparentemente leggere, che sembrano seguire le regole del pop più sfacciato. Eppure dietro ogni canzone sbrindellata di Freak c’è altro, dietro le rime baciate ce la senti l’amarezza di vivere e di essere artista in un paese che non riconosce il talento, che si nutre di apparenza e foraggia conformismo ed omologazione. |
Tutti noi che abbiamo sentito le sue canzoni negli anni e che, proprio adesso, ci stiamo rigirando questo cd tra le mani, qualche volta, stando dalla sua parte, un po’ più intelligenti ci siamo sentiti.
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