Descrizione
COUS COUS – Bimestrale di Suoni, di Arte e di Parola – Esiste, ed è sempre più numeroso, un pubblico interessato ad ascoltare, leggere, scrivere, discutere di musiche e di culture popolari.
Al di là delle etichette e delle definizioni – ne esistono tante : roots folk, world-music, dub, trip-pop, trance, jungle… Questi generi hanno in comune una cosa importante : il rapporto con la terra, con le tradizioni, con le radici. Si riscoprono i dialetti, si parlano e si cantano gli slang metroplitani.
Si contaminano i ritmi elettronici delle periferie metropolitane con gli strumenti acustici antichi che ci riportano il suono e il ricordo delle antiche e diverse tradizioni. Stiamo assistendo a qualcosa che sembrava impensabile fino a pochi anni fa. Il successo di tanti nuovi gruppi che percorrono su e giù l’Europa (e non solo) è un dato di fatto; l’attenzione che i media riservano agli artisti che sconfinano e si mescolano è in costante crescita; anche nel mainstream e nel pop più banale e omologato una “spruzzata” di esotico – magari con un oud, un duduk esibito – E’ diventata una regola (dietro il nobile e coraggioso esempio dei De Andrè o dei Fossati) le rassegne di musica di questo mondo multietnico e multiculturale sono entrati in competizione con altri tipi di festival ed eventi.
Cous cous vuole raccontare questa realtà, che è figlia dell’affascinante integrazione multirazziale e le diverse ricchezze culturali in cui siamo immersi.
Vuole andare su diversi territori a raccogliere le voci, le impressioni, gli umori, le storie. Vuole essere un magazine che ha la musica come punto di riferimento per descrivere quello che ci circonda.
Un viaggio tra i suoni del mondo che, come il cous cous, ha bisogno di sapori forti. Il semolino lo mettiamo noi, il resto aggiungetelo voi. Lo racconteremo ..
Cosi esordiva l’editoriale del primo numero del 1998
Compagnia Nuove Indye Editore
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