Descrizione
RAROPIU’ – N. 89 – MILVA : MENSILE DI CULTURA MUSICALE, COLLEZIONISMO E CINEMA
Negli anni ’70, prima che molte sale si trasformassero in “cinema a luci rosse” in piena crisi del cinema causata dall’avvento della televisione h 24 a più canali, la censura per quel tipo di film porno non prese alcuna posizioni di sorta. Succedeva anche che alcune produzioni inserivano di proposito alcune scene al limite del porno così il film si sarebbe imbattuto nella censura, per cui regolarmente sequestrato, tagliato e rimesso in circolazione. A quel punto, il pubblico, toccato dalla curiosità o da quel pizzico di trasgressione desiderata, accorreva in massa nelle sale facendo gonfiare gli incassi al botteghino. Non solo film artisticamente minori, ma anche capolavori come il nostro “Ultimo tango a Parigi” di Bertolucci, o il nipponico “L’impero dei sensi”, che subirono lunghe e incredibili traversie da parte della censura. Dal 1944 in poi la censura ha tagliato un terzo dei film visionati, di cui ben 274 italiani. Lungo è l’elenco, paradossalmente si colpirono diversi film di Totò come “Totò e Carolina”, “Totò e le donne” o il capolavoro “Uccellacci e uccellini” di Pasolini, musicarelli come “Urlatori alla sbarra”, ma anche western (“Per un pugno di dollari” di Sergio Leone), per non parlare di commedie all’italiana e film drammatici d’autore come “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti o “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pasolini (e vari suoi altri). Il caso più clamoroso però lo costituì “Ultimo tango a Parigi” (che noi per essere al passo, trattiamo nella soundtrack di questo mese), il cui sequestro scaturì dalla denuncia di un cittadino scandalizzato (all’epoca questo era possibile!) dalla visione del film. Il record di velocità di un sequestro lo detiene invece “Caligola” di Tinto Brass (che poi, dopo i numerosi tagli rinnegò la pellicola non firmando la regia) i cui spettatori della “prima” al cinema Barberini di Roma, poterono assistere alla visione del solo primo tempo poiché al secondo era già scattato l’ordine di sequestro su scala nazionale. Il 2 aprile scorso, è così arrivato il decreto liberatorio a conclusione di una riforma del Ministro della Cultura Dario Franceschini, iniziata nel 2016. Naturalmente, la censura è spesso intervenuta anche in ambito musicale così come in campo televisivo, con storie quasi simili. Altre storie sono quelle che noi trattiamo in questo nuovo numero, dal dissacrante Alice Cooper, alla seconda parte con discografia di Umberto Bindi. Torna Milva con la discografia Ricordi dei 45 giri editi dal ’66 al ’79. Per la parte delle novità abbiamo intervistato l’originale cantautore Max Gazzé. Il gruppo prog Capsicum Red è trattato in “Arte in copertina”, mentre “la canzone del cuore” questa volta è l’ecologica “L’arca di Noé” di Sergio Endrigo dal “Festiva di Sanremo 1970”. E a proposito di Sanremo continua la nostra piccola storia del festival con la seconda parte relativa agli anni ’70. Altri personaggi presenti in questo numero sono Rita Hayworth, versione cantante, Leslie Gore che si scontra con Mina e Jula de Palma che ha festeggiato i suoi 90 anni lo scorso 21 aprile e alla quale facciamo i nostri più sinceri auguri. Lascio a voi, come sempre, scoprire il resto delle pagine. A tutti voi, buona lettura!
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